UNO. Indice New Lows. Il valore dell’indice che calcola il numero dei titoli dell’intero mercato USA che ha raggiunto nuovi minimi nel corso delle ultime venti sessioni quota, al close di Venerdì, 1434: ben al disopra del limite delle acque sicure posto a 500. Sconfinamenti veloci al di sopra di 500 ed altrettanto repentini ritracci sono sempre possibili (Punti 1 e 2 in figura) ma la velocità e la forza della discesa di questi due giorni non lasciano pensare che si sia trattato di una boutade.
DUE. Impulse System. Sui prinicpali indici americani, (S&P500, Nasdaq, Dow Jones), l’Impulse system è blu (neutro) sul settimanale e rosso (proibiti i long) sul giornaliero. Sul giornaliero, l’Impulse tornerà neutro a 3496, ovvero 70 punti sopra al close di Venerdì. Non una misura incolmabile , soprattutto con la volatilità degli ultimi giorni, ma nemmeno così facilmente raggiungibile considerando che la volatilità media degli ultimi 21 giorni è stata di 49 punti. Gli oscillatori sul settimanale, MACD e Force Index, sono appena stati intaccati e ci sono solo blande tracce di ipervenduto sul giornaliero (Punti 1 e 2).
TRE. Volatilità. Il numero magico del VIX è 20, un valore spartiacque tra mercato calmo e in burrasca. Il crollo di Marzo è coinciso con un brusco rialzo (Punto 1) che da allora, non è mai stato incrociato al ribasso. Anzi: il Vix ha stazionato al di sopra di 20 per un paio delle ultime settimane per ripartire al rialzo (Punto 2). In altre parole, una storica resistenza sta ora funzionando da supporto. Non una bella cosa, trattandosi del VIX. Pur perdendo quota Venerdì, il VIX ha chiuso ancora al di sopra anche della sua Bollinger superiore.
QUATTRO. Titoli e Media 50. Gli indici sono stati trascinati in questi mesi da una manciata di titoloni, ma il resto del mercato è rimasto a guardare. Questo aspetto è ben visibile nell’indice che segnala la percentuale di titoli (S&P500 e tutto il mercato USA) al di sopra della loro media a 50 periodi. Entrambi gli indici hanno trovato una forte resistenza al limitare del 75% dei titoli coinvolti.
CINQUE. Supporti. Sebbene abbia fatto un discreto rumore, la discesa degli ultimi due giorni ha appena scalfito la superficie. Venerdì è stato rotto temporaneamente il primo dei supporti più vicini a 3397 di future S&P500. Il secondo supporto è a 3212. Il minimo di Venerdì ha una elevata probabilità di essere ritestato ed eventualmente superato. Quand’anche il future arrivasse al supporto a 3212, la correzione avrebbe portato via un 10%. Briciole.
Non è il momento di comprare a piene mani perché il mercato è sceso un po’. La struttura è lontanissima dal generare preoccupazioni di medio-lungo termine, per ora, ma nello stesso tempo ancora troppo precoce per lanciare soldi al mercato. Il minimo di Venerdì ha maggiore probabilità di essere ritestato ed eventualmente superato, cosa che mi auguro: solo una sana e convincente correzione può dare un minimo di credibilità al rialzo successivo. Nel frattempo si prepara la buy list.