Le notizie che vengono date sul Covid tendono ad essere almeno parzialmente rassicuranti: niente più mascherine, tutti al mare, qualcuno si è anche spinto a dire che il virus è morto, incurante che regioni più grandi del nord Italia (California, Melbourne) sono tornate in lockdown. Allo stesso modo, i mercati sembra facciano di tutto per rassicurare. Mr. Bull continua nel suo show.
Il mantra è quello delle ultime settimane: attenzione, massima attenzione: la superficie e la profondità del mercato raccontano due storie completamente diverse e solo una delle due è la verità. Nell’immediato non appare alcun problema, anzi: personalmente sono propenso a ritenere che S&P500 arriverà nelle prossime settimane a ritoccare i massimi assoluti di Febbraio 2020. Ma a quei massimi il gioco si farà durissimo: un tentativo fallito di forzare al rialzo, cioè un falso break-out, troverebbe una pletora di conferme bearish nella lunga serie di divergenze discusse due settimane fa, con indicatori e oscillatori di medio e lungo termine che con tutta probabilità, quasi certezza, ci troveremo ad osservare.
La struttrura dell’indice S&P500 è fuori di ogni dubbio bullish. Con l’eccezione del settimanale, tutti gli altri timeframe dell’indice NH-NL sono nella loro zona rialzista (frecce verdi). Il pattern candlestick delle ultime tre giornate (cerchio verde) rappresenta due Inside Day: il mercato sta tirando il fiato e dato che non è più sorretto dai FANGAM, dovrà trovare la forza di rompere al rialzo con qualche altro settore: basic material, healthcare e ciclici potrebbero dare una mano.
Dopo un mese di latitanza, il mercato comincia a dare segni di cambio del sentiment, con il daily e weekly passati a GREED. Fino alla scorsa settimana i partecipanti al mercato non pagavano l’atteso tributo di euforia ad un mercato al rialzo da 4 mesi ed in prossimità dei massimi. L’umore sta ora cambiando. SentimenTrader sottolinea come i trader retail in opzioni stiano facendo man bassa di call: la partecipazione in massa dei pesci piccoli ai top di mercato è raramente una buona cosa.
L’analisi della volatilità con il % ATR mostra valori appena al di sopra (>15%) di quelli necessari ad un mercato consistentemente rialzista e tranquillo. Al bottom di Marzo, %ATR aveva raggiunto il 76%, un valore di poco al di sotto di quello registrato nel momento più buio del 2008. Se nei prossimi giorni %ATR scenderà al di sotto del 15%, per rimanerci, si aggiungerà un nuovo fondamentale ingrediente per raggiungere i massimi storici nelle prossime settimane.
L’attualità è bullish, il trend è bullish. L’operatività deve essere quindi coerente con quello che i mercati offrono qui e ora, con un occhio attento ai nuvoloni che si profilano all’orizzonte.