La letteratura nel trading si compone, così come in tanti altri campi, di un buon 90% di cose inutili quando non addirittura ricche di cattive indicazioni da parte di altrettanto cattivi maestri, e alcuni libri che ogni trader deve assolutamente studiare. Ho ri-letto di recente questo importantissimo libro di Mark Douglas, l’unico testo a mia conoscenza che tratta con competenza il delicato e negli ultimi tempi inutilmente inflazionato tema della psicologia del trading.
Dico inutilmente perché parlare di psicologia del trading senza spiegare come utilizzarne poi concetti nel trading pratico di ogni giorno è utile quanto un video per insegnare ad andare in bicicletta o a nuotare. Gli articoli e i webinar che spiegano che i mercati finanziari sono guidati dalla paura e dall’avidità e che queste stesse emozioni sono alla base del fallimento si sprecano. Ma come governare le nostre emozioni allo scopo di non esserne danneggiati, non lo dice nessuno. Tranne Mark Douglas nel suo Trading in the Zone.
I mercati finanziari sono un ambiente rarefatto e controintuitivo, governati da leggi che spesso sono opposte rispetto a quelle che seguiamo nella nostra vita quotidiana. Chiunque può fare dei trade vincenti ma per essere consistentemente profittevoli, abbiamo necessità di inserire nel nostro approccio al trading alcune regole e limiti. E qualche convincimento di facile comprensione a livello razionale, ma difficile interiorizzazione a livello emotivo. Il più importante di questi convincimenti è che non solo non abbiamo alcuna possibilità di prevedere i movimenti di un titolo dopo che siamo entrati, ma non è nemmeno necessario farlo. Ogni singolo trade è uguale solo a sé stesso, indipendentemente dal fatto che per entrare in un trade utilizziamo la stessa strategia. Quando sul grafico vediamo appaiarsi una serie di segnali che fanno parte del setup che utilizziamo, stiamo comunque osservando un andamento di prezzo la cui evoluzione è assolutamente casuale e quindi imprevedibile. L’uso di una strategia logica e statisticamente valida, non implica assolutamente che quel trade sarà vincente, ma solo che abbiamo una maggiore probabilità di essere vincenti in quel trade e una enorme probabilità di esserlo dopo 20, 50 o 100 trade.
La paura e l’avidità con cui ci roviniamo con le nostre stesse mani sono date dal fatto che alla casualità dell’andamento di ogni singolo trade, inseriamo anche la casualità della quantità di denaro che possiamo perdere o guadagnare. Ma se i trade sono casuali, non lo è il calcolo dello stop loss, del take profit e della quantità di denaro da mettere a rischio.
Senza alcuna pretesa di essere esaustivo, rimando a questo mio articolo di qualche tempo fa, dove sviluppavo alcuni concetti espressi in Trading in the Zone, un testo che chiunque dovrebbe leggere.