Alla fine l’hanno avuta vinta ancora i tori: lo scorso lunedi si è concretizzato un nuovo Spike Bounce signal di media forza che ha già superato, come spesso avviene, i suoi livelli di target minimi, ovvero da 40 a 60 punti di indice. (click per ingrandire)
Lo Spike Bounce signal si manifesta quando l’indice NH-NL mensile (ultimo in basso a destra) passa da qualsiasi valore negativo e inferiore a -500 ad un valore più grande di questo. Nell’inserto a sinistra, lo Spike Bounce era passato in standby il 22 Giugno con un nuovo segnale di media forza il 29 giugno. Fossero state presenti delle divergenze sul prezzo il segnale sarebbe stato “strong” con una estensione dai 60 ai 90 punti di indice. Le frecce verdi indicano i segnali intercorsi negli ultimi mesi.
Con il trend è inutile discutere e va rispettato qualunque sia la propria personale opinione. Anzi: una delle tante cose difficili nel trading è operare sulla base dei propri segnali anche se questi contrastano con le opinioni personali. Non vado long alla leggera di questi tempi, ma se le mie strategie lo comandano, semplicemente eseguo.
Il grafico sopra e il successivo evidenziano una discordanza tra l’andamento gagliardo del prezzo e il sentiment di mercato che, al contrario, è quantomeno cauto. Il %ATR (a sinistra) non è mai sceso sotto al valore 15% dall’inizio della correzione pandemica di Marzo. Come detto in altre occasioni, un mercato sano deve avere una volatilità (espressa dal %ATR) inferiore al 15%. Nonostante un rimbalzo che perdura ormai da tre mesi, la volatilità non è mai tornata ai suoi valori compatibili con una prolungata e stabile gamba rialzista. L’indice VIX (a destra) ha superato al ribasso (ed è un bene) sia la Bollinger che la Keltner mediana. Affinchè il rialzo possa proseguire, %ATR deve raggiungere e mantenere valori inferiori al 15%.
Analogamente, ci si aspetterebbe dopo un prolungato periodo long, una maggiore euforia sui mercati, che stazionano invece in area neutra: il Fear-Greed index ha infatti un valore intorno a 50 in tutti i timeframe considerati. La festa dei mercati è insomma un po’ (tanto) forzata dagli stimoli delle banche centrali: i mercati azionari salgono perché sono l’unico negozio aperto ma chi entra per comprare lo fa senza troppa convizione. Una situazione non certo tranquillizzante.
Il Nasdaq viene sempre più indicato come l’indice di riferimento per i mercati mondiali. Sarà, ma quello che è certo, è che un Nasdaq al rialzo è un ingrediente fondamentale in un mercato bullish. Il Nasdaq Composite ha da qualche settimana superato i suoi massimi storici, raggiunti immediatamente prima della pandemia, ma nel farlo ha lanciato un segnale poco confortevole. Al punto 1 (Marzo 2020) l’indice ha superato +3 ATR sul settimanale, mentre al punto 2 (oggi) ha superato i suoi massimi storici fermandosi però tra +1 e +2-ATR. In altre parole, ad un prezzo più elevato dell’ultimo massimo non corrisponde una ATR superiore. Quella rappresentata nel grafico è quindi una divergenza ATR ai massimi: un segnale potenzialmente bearish la cui evoluzione va seguita attentamente in considerazione dell’importanza dell’indice e del timeframe su cui si è manifestata.
C’è festa apparente sui mercati, ma il divertimento è un po’ rarefatto: il toro sta pattinando su ghiaccio sottile.