La brutta strega annunciata tre settimane fa ha lanciato il suo incantesimo innescando una doverosa correzione. Studiare i mercati degli ultimi mesi con un approccio bottom-up, quello solito in cui in presenza di un setup qualsiasi (ad esempio il classico incrocio di medie mobili) si decide di entrare long o short, è rischioso. In situazioni dinamiche e con la volatilità dietro l’angolo, i mercati vanno studiati con un approccio top-down: ovvero si valuta il macroscopico attraverso i breadth indicators allo scopo di verificare quanto il terreno sia affidabile.
Visti dall’alto, i mercati sono abbastanza prevedibili: i grossi indici, la volatilità, l’indice NH-NL, il Fear-Greed Index, l’RSI di Konner e molti altri indicatori di profondità non sono manovrabili, non possono essere influenzati perché analizzano i movimenti di grandi masse di trader. Rispondono invece alle leggi che governano i mercati nei loro macro movimenti e che sono determinati a loro volta dal vero motore dei mercati: le istanze emozionali (paura e avidità). Se il mercato scende inaspettatamente a causa della pandemia, non sono i mercati ad essere imprevedibili: è la vita, a cui i mercati si adeguano. I breadth indicators aiutano a seguire questa risposta, spesse volte violenta e caotica. (click per ingrandire)
Le Inside days disegnate Mercoledì e Giovedì (rettangolo rosso) lasciavano presagire che il mercato stava caricando la molla per rompere al rialzo o al ribasso. Venerdì il tentativo di rottura al rialzo si è schiantato su un falso breakout facendo tornare l’Impulse giornaliero blu. Ciò non significa necessariamente che i tentativi di forzare al rialzo siano terminati ma un breakout rialzista con un close anche di pochi tick sopra al massimo della candela di Martedì sarebbe stato decisamente più confortevole.
I rialzi e ribassi di mercato sono dettati dalla domanda e dall’offerta. L’offerta supera la domanda quando chi vuole vendere è disposto a farlo ad un prezzo più basso, accettando quindi con maggior favore le richieste di chi compra che ovviamente tende a tirare sul prezzo. Nel grafico sopra, l’offerta è misurata dal numero di titoli dell’intero listino americano che raggiungono nuovi minimi, ovvero le New Lows. Un mercato rialzista deve mantenere questo valore al di sotto di 500 e , come si vede, non è aumentato significativamente nelle ultime settimane. Un segnale che conforta il falso breakout rialzista visto prima.
Dal grande crollo di Marzo, la volatilità non è ancora tornata alla piena normalità, il che è tutto sommato abbastanza consueto se si considera che il valore del % ATR ha raggiunto un picco secondo solo a quello registrato oltre dieci anni fa, al fallimento della Lehman Brother. Un mercato rialzista deve essere accompagnato da un valore di % ATR inferiore a 15. L’obiettivo non è lontano ma la tranquillità potrà tornare solo con un valore mantenuto nel tempo inferiore al 15%.
Il mercato è a un bivio e mostra alcuni segnali di fatica e altri di volontà di proseguire. Tutto normale, succede spessissimo, ma il vero problema è che essere indecisi mentre si cammina su un marciapiede è molto diverso dal farlo sul ponte di vetro dell’economia flagellata dal Covid.