È davvero uno strano ambiente quello in cui ci stiamo muovendo. I PIL nazionali e i fatturati delle multinazionali sono in rosso, diversi Dividend Champions hanno tagliato o congelato il dividendo (un atto che oltreoceano è vissuto come una bestemmia) eppure gli indici di borsa salgono. I trucchi delle banche centrali, le garanzie statali, i salvataggi di mastodonti come Boeing danno un senso di rassicurazione agli investitori che non potendo andare da altre parti, rimangono sull’equity. I mercati sono come una brutta strega imbellettata, speriamo il trucco (della strega e delle banche centrali) tenga.
In fasi come queste, peraltro inedite nella storia della borsa e nell’esperienza di ognuno di noi, i mercati vanno osservati con uno zoom dall’alto, allo scopo di verificare se l’andamento del prezzo è consistente con quello degli indicatori di profondità, i market breadth indicators, ovvero quegli indicatori che non servono a fare trading, non danno segnali d’acquisto o di vendita (motivo per cui non li considera quasi nessuno) ma valutano il polso dei mercati, misurano la forza delle correnti sotterranee per vedere se sono coerenti con l’andamento del prezzo. (click per ingrandire)
In questo articolo di due mesi fa definii quello in corso un “Orso Veloce”, al pari del crash del 1987, del Crash Sovrano del 2011 e della correzione del 2018: tutte situazioni che si sono risolte rapidamente dopo una grave discesa degli indici. Da allora, S&P500 ha recuperato oltre il 50% della correzione rispettando quindi l’andamento delle precedenti correzioni “veloci”. L’RSI di Konner, l’indicatore utilizzato e descritto qui, da quindi un’indicazione bullish. Venerdì, l’indicatore ha chiuso a 51: il suo passaggio oltre i 60 punti ha sempre decretato, in oltre 60 anni di storia, il termine del Bear Market.
Il Fear-Greed Index è probabilmente l’indicatore che meglio riflette la sotterranea titubanza dei mercati. Nonostante una risalita del prezzo iniziata due mesi fa, l’indice non abbandona l’area della neutralità. C’è discordanza tra prezzo e emotività dei mercati, un segnale bearish. Come si vedrà fra poco, l’indice S&P500 ha raggiunto livelli che richiedono una pausa.
Un altro parametro foriero di correzione immininente è la percentuale di titoli che compongono l’S&P500 al di sopra della loro a media a 50 giorni. Al close di Venerdì il 95% dei titoli era sopra a questo valore di ipercomprato. In questa situazione, come si vede in figura, il mercato tende presto a correggere.
La volatilità è naturalmente un parametro da tenere d’occhio: certamente il più importante. L’average True Range percent (%ATR) descritto in questo articolo ha raggiunto al bottom della correzione, livelli appena al di sotto della crisi Lehman Brothers (riquadro a sinistra). Dal bottom di Marzo, %ATR è gradualmente sceso, ma senza fretta, ed ora è asintotico al 20%. Un mercato sano, deve avere un valore di %ATR inferiore al 15% e deve rimanere al di sotto di questo valore. Cautela.
I segni dei colpi inferti al mercato dal Covid sono ben visibili nell’indice NH-NL settimanale (a sinistra), che è sceso oltre al livello -4000 innescando uno Spike signal: un raro e potente segnale rialzista già visto al termine della correzione del Natale 2018. L’indice NH-NL settimanale raggiunge livelli così negativi solo in situazioni molto gravi. A destra, lo stesso indice NH-NL è disegnato nei timeframe mensile, trimestrale e annuale. Tutti e tre i timeframe sono ancora nella loro zona neutra, analogamente al Fear-Greed index, a testimoniare la grande incertezza che cova sotto le acque di un mercato che, alla semplice osservazione del prezzo, sembra invece gagliardo. Al close di Venerdì, il settimanale dell’S&P500 si è fermato sotto a +1ATR, che quota a zona 3121, mentre il giornaliero ha chiuso sopra a +2ATR. E’ probabile che il mercato voglia raggiungere +1ATR sul settimanale ma manca solo una manciata di punti.
Tecnicamente l’indice è ancora in un rally all’interno di un Bear Market. La sensazione personale è che per conoscere la sua vera forza il mercato abbia bisogno di correggere. Nonostante il forte rialzo dell’indice, i trader potranno riacquistare quella fiducia che ancora non è visibile nei breadth indicators solo dopo una correzione (meglio: un pullback) che si dimostri fisiologica, ovvero non violenta e non veloce e che rispetti i supporti. Area 2890 è il supporto da osservare.