In un post di un paio di mesi fa parlavo di un RSI modificato applicato al grafico SPX settimanale. Negli ultimi 60 anni, e cioè dal 1960, ogni volta che l’indicatore è passato a bullish, è seguito un periodo rialzista della durata di anni.
Qui i primi quasi 40 anni di storia: il timeframe, come detto è settimanale. L’RSI modificato passa a bearish (rosso) quando incrocia al ribasso il livello di 40; bullish (blu) quando incrocia al rialzo il livello di 60. Le linee tratteggiate verticali segnalano tutti i passaggi da bearish a bullish dal 1960 a metà anni ’90: ogni incrocio rialzista ha inaugurato il successivo mercato toro durato da 2 a 5 anni.
Grafico analogo, periodo 1990-oggi. Gli incroci rialzisti hanno sempre dato il via a un mercato toro di durata sensibilmente superiore ai 40 anni precedenti: le inevitabili modifiche della struttura interiore dei mercati dovute al mercato elettronico sono forse una delle spiegazioni di questa maggiore durata dei periodi rialzisti. Anche qui non si nota alcun falso segnale: quando l’indicatore passa a bullish, inizia un nuovo mercato toro. I Bear Markets del 2000 e del 2008 sono stati segnalati all’inizio del 2001 e del 2008, permettendo di rimanere liquidi per almeno 2/3 del ribasso.
Uno zoom sulla situazione attuale: in chiusura di settimana l’indicatore è nuovamente passato a bullish dopo essere stato in posizione ribassista dai minimi di Dicembre 2018. Sebbene abbia segnalato egregiamente i grossi Bear Markets 2000 e 2008, l’affidabilità decresce notevolmente nel segnalare un mercato ribassista.
In sintesi: secondo questo sistema siamo all’inizio di una nuova gamba rialzista della presumibile durata di qualche anno. C’è un però: il termine di tutti i Bear Markets precedenti, è sempre stato accompagnato da una divergenza tra l’indicatore e il prezzo: questo ultimo movimento iniziato a Natale non si è risolto con una divergenza.