Se qualcuno ci ringrazia, siamo in grado di capire quanto quel ringraziamento sia formale o sentito. Allo stesso modo, possiamo capire se il regalo che abbiamo fatto alla nostra fidanzata sia stato apprezzato o meno: non bastano un sorriso e un grazie se manca quel lampo negli occhi che ci dice che è stato davvero apprezzato.
Galleggiando su livelli sensibilissimi sia dal punto di vista tecnico che emotivo, e cioè i minimi dello scorso Febbraio, ci si aspettava dal mercato una reazione ben diversa, non tanto nel senso di interruzione del declino in atto da quasi tre mesi con inaugurazione di una nuova gamba rialzista (francamente è da un po’ che tale evoluzione non era nelle carte) quanto di assistere ad una reazione rialzista violenta e gagliarda, sia pure di breve durata.
Invece niente, come quando si fa un regalo poco apprezzato, il mercato ha fatto finta di fermarsi un paio di giorni, ha ringraziato con un timido rialzo per mezza giornata e ha ripreso la sua strada al ribasso con ancora maggiore convinzione.
Tecnicamente, da ieri, siamo In Bear Market e la reazione mancata è particolarmente preoccupante data l’importanza tecnica dei minimi di Febbraio che meritavano un po’ di considerazione. Macinati.
Il grafico,che ho scambiato con amici all’open di ieri, mostra la pianificazione di uno short che avrei voluto aprire a quota 2600 dopo Natale, ma mentre lo disegnavo non mi rendevo conto che preventivavo che SPX ci avrebbe messo un paio di giorni per fare poca strada al rialzo:come a dire che ero cosciente della grande debolezza del mercato ma mi nascondevo il fatto pieno di significato che avrebbe necessitato di giorni per fare pochi metri: bene non c’è stato nemmeno il tempo di andare short.
In un Bear Market si vendono i massimi mentre sui minimi ci si pensa due volte a cosa fare: mancato il treno di ieri, passato troppo velocemente, non rimane che attendere il prossimo swing rialzista (dovranno pur essercene) e seguire il trend, come abbiamo fatto negli ultimi 10 anni, ma al contrario.