La correzione di febbraio fu caratterizzata da una possente volatilità, molto più elevata di tante altre correzioni avvenute per di più in momenti di mercato più difficili di quello di inizio 2018 dove al contrario, si godeva di massimi sempre più alti. Ma, proprio perchè quella di febbraio fu non solo la prima correzione dal 2016 ma avveniva anche in un momentum quasi esponenziale per il mercato USA, i prezzi e gli indicatori che ne registrano l’andamento non avevano fatto a tempo a formare configurazioni che permettessero una lettura più approfondita, oltre alla citata inevitabile volatilità, di quanto stava succedendo.
Alla seconda correzione, tutt’ora in corso, nel giro di pochi mesi si cominciano a vedere anche i segni lasciati dalla prima.
Ratio Consumer Staples:S&P500
Al settore delle Consumer Staples appartengono quei titoli che sono meno colpiti dalle recessioni perchè rappresentano beni che vengono venduti comunque: per quanto una recessione economica possa essere feroce, la gente continuerà a bere Coca-Cola (KO), a lavarsi i denti con il Colgate (CL), fumare Philip Morris (PM) e lavare i panni con la candeggina Clorox (CLX). La conseguenza è che quando i mercati si mettono paura – come adesso – si tende a spostare i propri denari sugli strumenti ritenuti meno rischiosi come, appunto, le Consumer Staples.
Anche a febbraio ci fu un aumento del rapporto tra i due indici ma solo ora si evidenzia una Bullish Divergence che, se confermata, non produrrebbe per il mercato nulla di buono perchè significherebbe che il flight to quality prosegue.
Ratio REIT:S&P500
Le REIT, titoli legati al settore immobiliare, sono un esempio simile a quello precedente: anche in questo caso, quando le cose si mettono male, ci si sposta su settori più difensivi. Ed anche in questo caso si è formata una bullish divergence oltre a un doppio minimo tra marzo e ottobre.
Ratio Value:Growth
Anche il rapporto tra i titoli value e i growth indica che nelle ultime settimane il denaro si è in parte trasferito (e sta continuando a farlo) verso titoli più difensivi e solidi.
Tutti questi segni non indicano che un nuovo bear market sia alle porte ma che la strada che ha percorso il mercato nelle ultime settimane sia quella giusta per arrivarci. La struttura del’S&P500 index è ancora pienamente rialzista, con massimi e minimi crescenti, ma non c’è più molto spazio per i bagordi. Occorre insomma un cambio di rotta e abbastanza veloce.
La prossima settimana, con la borsa USA chiusa giovedi ed in formato ridotto venerdi per il Thanksgiving Day, dovrebbe cominciare a dare qualche segno di miglioramento, complice anche il dato statistico che vuole che le settimane brevi siano ad impronta bullish. La correzione attuale è stata finora più veloce nella sua evoluzione rispetto a quella di febbraio. Il rispetto dei livelli di ritracciamento di Fibonacci è stato anche in questo caso e in questa settimana di precisione svizzera, fermandosi al 23.6 e chiudendo poco sopra 38.2. L’Impulse è giallo sia su weekly che daily, concedendo quindi posizioni long e con due livelli da monitorare: 2700 verso il basso come supporto e l’area 2770-2810 in alto.
Mantenere 2730 e cercare di superare 2800 è quello che ci vuole per allontanare pericoli che diventerebbero al contrario, sempre più concreti.