Qualcuno parla di sana correzione, dimenticando che un’altra correzione pesante è appena avvenuta lo scorso febbraio e, dopo 3 mesi di attesa per ristabilire il trend, l’indice che aveva appena superato i massimi è ripiombato di nuovo. Il bull trend è ancora in piena ufficialità ma due correzioni in pochi mesi con un trend vecchio di 8 anni, così sane forse non lo sono.
Di fatto il carattere delle cose è cambiato.
SPX ha chiuso frazionalmente sopra alla MM200, con un close per la terza giornata consecutiva sotto a ATR -3: in netto ipervenduto analogamente a quanto già successo a febbraio. SPX rimane ancora, frazionalmente, l’unico indice di importanza mondiale sopra alla sua media a 200 giorni: un dato poco importante per ora ma che rileva la sofferenza generale dei mercati.
L’Impulse di quasi tutti i mercati non-USA (escluso il Brasile) è rosso sia sul mensile che sul settimanale; tutti gli 11 indici settoriali USA sono rossi ed in rosso anche gli indici finanziari USA: su nessuno di questi si può andare long. Il proverbio vuole che al peggio non ci sia limite ma a noi interessa la statistica e le probabilità: può peggiorare? si, ma non è probabile.
Sebbene la volatilità in questa correzione non abbia raggiunto i livelli di questo inverno – siamo circa a metà strada con VIX che ha raggiunto i 28 punti contro i 50 di febbraio – la percentuale dei titoli USA che ha partecipato al ribasso è molto superiore: il bottom di febbraio è stato oltrepassato di una buona dose ma sorprende poco perchè, come già visto, la partecipazione dei titoli al rialzo in atto fino a due settimane fa era molto scarsa.
Il VIX è rientrato nella sua Bollinger superiore (a destra) ma il Vix a 9 giorni è ancora più alto del Vix Index e delle scadenze a 3 e 6 mesi (a sinistra). Il terreno è ancora molto scivoloso ma ad una ulteriore discesa della volatilità (VIX a 9 giorni inferiore alle altre scadenze) è già ipotizzabile venderla.
Il mercato USA è probabilmente in bottoming, il che non significa che da lunedì inizia la primavera: fino a che non si vedrà una ripresa della partecipazione dei titoli non ne uscirà nulla di buono. La correzione di febbraio ha impegato 3 mesi a ristabilirsi prima di iniziare un nuovo uptrend: è probabile quindi che si vedrà una fase di assestamento piuttosto lunga, con fasi di quiete alternate ad alta volatilità. Ovviamente se riprenderà il bull market o meno non è dato di sapere: rimanga che per ora lo siamo ancora ma non è il momento adatto per aprire posizioni lunghe e di lungo termine. La prossima settimana si vedrà invece quantomeno un tentativo di rimbalzo, da sfruttare velocemente con posizioni brevi, vendendo volatilità e registrando quotidianamente gli stop loss.