Analisi di Mercato

TORO STANCO

Quando il tempo cambia, non lo fa all’improvviso. In una giornata di sole ad un certo punto comincia ad alzarsi un po’ di vento: fa ancora caldo e la brezza fa addirittura piacere. Poi la luce si fa meno intensa, compaiono le prime nubi lontane, un tuono, e alla fine piove.
Nel sotterraneo del mercato USA, l’unico rimasto in bull market, alcuni segni danno indicazioni contrarie a quello che si vede in superficie – il prezzo. Ma il prezzo altro non è che la risultante di una serie virtualmente infinita di fattori: alcuni di questi fattori pesano più di altri e se il loro corso si modifica anche il prezzo non può che adeguarsi.

Questo grafico è diviso in due parti: in alto l’indice SPX, in basso la percentuale di tutti i titoli che compongono il listino americano e che si trovano al di sopra della loro media 50 (SMA50), su base settimanale. Partendo dal 2010 si vede che in diverse occasioni, la correzione dell’indice ha fatto scendere la percentuale di titoli al di sopra della loro SMA50 al di sotto del 25%. Ma ogni volta che questo è accaduto, la percentuale si è prontamente riportata sopra al 75% nel giro di qualche settimana: ovvero ad una caduta dei prezzi è seguita una ripresa dell’indice sostenuta dalla maggior parte dei titoli.
Solo in due occasioni questo non è avvenuto: nel double bottom avvenuto a cavallo tra il 2015 e il 2016, ed ora. Da notare che dopo l’elezione di Trump, ormai 2 anni fa, il listino USA non ha mai superato il 75% dei titoli sopra la SMA50 nonostante ci siano stati ben due sforamenti sotto al 25%, l’ultimo la pesante correzione di febbraio.
Conclusione: il bull market è vivo, ma sostenuto da pochi titoli.

Simile alla precedente ma qui vediamo tutti i titoli del listino USA in rapporto alla loro MM200 (SMA200) e su base daily. Come accaduto prima, anche in quasto caso il double bottom 2015-2016 è stato preceduto dalla incapacità dei titoli di riportarsi sopra al 75% dopo la correzione precedente. Se questo ha un senso, come sembrerebbe averlo, come interpretare l’andamento dopo la correzione di febbraio, assolutamente piatto, dove non si riesce neppure ad oltrepassare la media? In un solo modo e allo stesso modo di prima: il bull market è vivo, ma sostenuto da pochi titoli.

In ultimo, non più tutto il listino USA ma i titoli del solo S&P500, su base weekly, al di sopra della loro SMA50, e si ripete la storia: le correzioni al di sotto del 25% sono sempre state seguite da un pronto rialzo con la partecipazione di almeno il 75% dei titoli – tranne dopo la correzione di febbraio con una netta divergenza tra prezzo e numero di titoli che concorrono a far lievitare l’indice.

Quindi si va short? Nemmeno per sogno, non ancora: il nostro compito non è anticipare il mercato ma seguirlo; ed il mercato sta ancora correndo ma cominciamo ad osservare che ha perso una ruota.

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