Se si disponesse anche di una sola tecnica più o meno infallibile per investire i propri denari, diversificare sarebbe non solo inutile ma addirittura dannoso perchè la diversificazione, intesa come l’allocazione delle proprie risorse su diversi tipi di investimento, è fatta si per diminuire la volatilità generale di portafoglio ma nel contempo ne diminuisce anche la redditività.
E’ così che, in attesa della bacchetta magica, è regola necessaria per non farsi spazzare via dai mercati diversificare in tecniche, timeframe e sottostanti differenti.
Un passaggio, questo, tanto logico quanto ovvio che trova fondamento nella regola aurea della diversificazione multimarket, multisystem, multitimeframe di cui molti hanno sentito parlare ma pochi, per ignoranza o scarsa disponibiltà liquida, attuano.
I tre livelli della diversificazione (multimarket, multisystem, multitimeframe) possono essere classificati in funzione della difficoltà, in ordine crescente, per realizzarli.
Il primo livello di diversificazione che, generalmente, viene raggiunto nel proprio portafoglio è quello del multimarket. Essere diversificati multimarket è facile e molti hanno un portafoglio con ETF o fondi appartenenti a settori merceologici o aree geografiche differenti, tanto più ora che il decoupling tra USA e Europa ha sconfessato sonoramente quanti cominciavano ad affermare che la globalizzazione aveva reso inutile distinguere tra aree geografiche.
Il secondo livello di diversificazione è il multitimeframe. Il trader che si trova in portafoglio un titolo long per un investimento di medio-lungo e nel contempo lo trada short sul 5 minuti, sta facendo esattamente questo: una diversificazione temporale che gli consentirà, se l’operazione riesce, di amplificare il guadagno o diminuire il drawdown di una posizione long da cassetto approfittando anche degli inevitabili ritracciamenti. A meno che non si utilizzi un conto che consenta l’hedging, la diversificazione multitimeframe necessita di poter operare su almeno due conti distinti oltre che della necessaria tecnica, già caratteristica di un trader avanzato, di poter tradare sul breve.
Il terzo livello, multisystem, è certamente il più complicato ed appannaggio esclusivo dei trader più esperti. Si tratta infatti di operare sui propri conti di trading con tecniche differenti, ovvero diverse strategie discrezionali o ancora meglio tra strategie discrezionali, meccaniche ed algoritmiche che verranno applicate ai diversi mercati e timeframe sui cui queste strategie funzionano.
Partendo quindi da un portafoglio organizzato secondo i criteri più ampi della diversificazione, posso essere investito su diversi ETF con la tecnica dell’Ivy portfolio (diversificazione multimarket), ed avere un altro portafoglio di azioni da dividendo (e avrò aggiunto quindi una diversificazione multisystem in quanto le due tecniche hanno riferimenti teorici diversi), e posso proseguire con una parte del capitale tradata con trading system a diversi livelli temporali e diversi sottostanti (ad esempio, Forex, futures su indici), con ulteriore aggiunta di una diversificazione multitimeframe e multisystem.
Il limite, al solito, è quello dei soldi a disposizione e della disponibilità di tecniche statisticamente vincenti: il primo dipende dalla fortuna di ognuno per il secondo, invece, occorre l’esperienza dei mercati e di sè stessi verso i mercati.