Quando si considera un nuovo acquisto o un nuovo ricarico su una azione già in portafoglio, i dati fondamentali sono gli unici su cui basarsi per verificare che l’acquisto che ci proponiamo di fare abbia senso nell’ottica della DGI.
Il valore di P / E (<20), il payout ratio (<60), il dividend yield (> 2-3%), la storia del dividendo (di almeno 10 anni per le Dividend Achievers, 25 per le Aristocrats), ed il suo aumento progressivo di valore negli anni, sono tutti dati che devono essere confermati per determinare che il titolo che vogliamo comprare (o ricaricare) è in realtà un titolo da dividendo che consentirà, negli anni, un regolare flusso di denaro.
Chi investe per i dividendi potrebbe già essere soddisfatto della verifica fatta su questi parametri, in quanto l’obiettivo non è entrare su un titolo con un timing il più corretto possibile perchè non è nostra intenzione vendere il titolo, dopo un certo periodo di tempo, al fine di ottenere un guadagno in conto capitale.
L’obiettivo è di aumentare gradualmente il flusso di dividendi mensili, per coprire una parte o tutte le nostre spese mantenendo intatto il capitale investito, che a sua volta, aumenterà progressivamente di valore sia nel prezzo dei singoli titoli che del singolo dividendo.
Se ad un certo punto del percorso mi ritroverò con un portafoglio composto da aziende di grande qualità, che vendono i loro prodotti in tutto il mondo, i cui titoli sono aumentati di valore negli anni così come il loro dividendo, posso solo concludere di aver fatto uno dei migliori investimenti possibili.
Ma anche se siamo poco o per nulla interessati a quando entrare o ricaricare un titolo, avere un’indicazione su un timing potenziamente corretto potrebbe consentire di aumentare ulteriormente la rendita del mio portafoglio. Ripetiamolo: non è essenziale. Ma se qualche volta, o anche la maggior parte delle volte, sono in grado di acquistare un titolo per vederlo crescere nei giorni successivi anzichè perdere quota, la cosa è indubbiamente utile.
Il recente sell-off dei titoli petroliferi ne ha fatto scendere il prezzo anche, talvolta, a doppia cifra decimale.
E’ il momento di comprarli tutti? Se si ha disponibilità di liquidi e se il portafoglio non è gia sovraesposto al settore, la risposta non può che essere un chiaro: SI.
Ma potrebbe essere che non si hanno i liquidi sufficienti per entrare in tutti i titoli petroliferi che vale la pena avere in portafoglio (come ad esempio Exxon Mobil, Chevron-Texaco, British Petroleum, Royal Dutch Shell, ConocoPhillips), oppure può essere che qualcuno di questi titoli sia già in portafoglio e non si vuole caricarlo ulteriormente. Avere quindi un metodo, semplice e veloce, che mi indica con maggiore probabilità quei titoli che nei prossimi giorni dovrebbero reagire ad una discesa può aiutare nel scegliere su cosa entrare.
Personalmente uso i grafici settimanali sui quali traccio dei supporti orizzontali ovvi ed evidenti. Vado cioè a scegliere sul mio grafico dei punti dove il prezzo, nel passato, è rimbalzato significativamente. Trattandosi di grafici settimanali, non devo essere in grado di tracciare più di tre o quattro supporti negli ultimi 10-20 anni: non sto cercando un timing stretto dove sfruttare un rimbalzo e rivendere in gain tra una settimana. Sto cercando dei punti dove, negli ultimi decenni, quel titolo ha subito importanti modifiche in senso rialzista. Nel fine settimana, a mercati chiusi, andrò a vedere cosa è successo e se qualcuno dei titoli a cui sono interessato si è avvicinato ad un’area critica. Con poco tempo dedicato ogni settimana aggiungo quindi un dato di Analisi Tecnica in una strategia che è, e deve rimanere, esclusivamente fondamentale. Aiuta?
Sembrerebbe
Frecce verdi= ingressi precedenti