La lotta quotidiana del trader è capire dove va il mercato.
C’è chi vuole sapere cosa farà il mercato nei prossimi 10 minuti e chi si accontenta di domani, o delle prossime settimane.
Ma la sostanza è sempre quella: anticipare i movimenti del mercato.
Non c’è niente di sbagliato in tutto questo, ed esistono ottimi parametri, molti dei quali molto noti, che aiutano, se non proprio ad anticipare, quantomeno a capire la tendenza generale del mercato.
Vale però la pena di notare che tutta l’industria dell’investimento esiste perchè esiste l’esigenza di anticipare.
L’analisi tecnica è sempre in movimento alla ricerca di indicatori più precisi.
I trading system si aggiornano continuamente per adattarsi alla situazione di mercato.
I broker offrono piattaforme sempre più sofisticate, accorciano i tempi di esecuzione degli ordini, consentono il trading automatico.
Le banche d’affari movimentano con l’High Frequency Trading montagne di denaro in pochi millisecondi.
I testi cercano correlazioni intermarket, correlazioni con le fasi lunari, con il giorno della settimana o il mese dell’anno.
L’industria del trading, (l’editoria, i blog, i broker, le piattaforme di trading, i forum, i corsi, gli abbonamenti a siti o riviste, i webinar…), semplicemente non avrebbe senso di esistere se ci disinteressassimo di cosa succederà fra 10 minuti, domani o tra un mese.
Eppure, da questo grafico, avremmo ottime ragioni per disinteressarci.
Da sempre il mercato azionario è in rialzo. E’ un secolo che non fa altro che salire.
Chi avesse investito non un secolo fa, ma 20 anni fa nel 1993, avrebbe potuto guardare i disastri della bolla Dot.Com e quella successiva del Credit Crunch con una certa serenità, perchè i minimi di quei due Bear Markets sono stati ben lontani dai massimi del 1993.
E chi avesse investito nel 1998, cioè 15 anni fa, si sarebbe trovato con i suoi guadagni in conto capitale azzerati, ma in guadagno considerando i dividendi.
Quindici anni, nell’investimento azionario, non sono grande cosa. Se compro oggi un titolo allo scopo di intascare dividendi sempre crescenti e con un obiettivo temporale potenzialmente infinito, diventa davvero inutile sapere cosa farà la Borsa domani o tra un anno.
Come ripeteva Benjamin Graham in “The Intelligent Investor”: I don’t know and I don’t care.